La dieta per l'influenza e la covalescenza

04.12.2014 18:34

        Arrivato l’inverno e con esso anche i primi mali di stagione. Un aiuto per rinforzare le proprie difese immunitarie arriva dall’alimentazione, anche se già colpiti dall'influenza.Tra dolori articolari e muscolari, febbre e disturbi vari, spesso non si pensa a mangiare, invece, per superare velocemente una malattia leggera, ma debilitante, come l’influenza, è fondamentale scegliere la dieta adatta.

        “L'alimentazione da seguire deve essere leggera, digeribile e, allo stesso tempo, nutriente - dice Pietro Migliaccio, nutrizionista e Presidente della Società italiana di scienza dell'alimentazione (S.I.S.A) – Ecco perché, con la collaborazione delle dietiste Silvana Nascimben e Eugenia Cilla, abbiamo messo a punto un regime alimentare pensato per i primi tre giorni d'influenza, ovvero quelli che maggiormente fanno soffrire e durante i quali più fastidiosi sono i sintomi".

        Il primo consiglio è, naturalmente, di mettersi a letto, a riposo, e praticare una terapia sintomatica preferibilmente consigliata dal proprio medico di famiglia, bere molta acqua a temperatura ambiente, consumare alimenti ricchi di vitamina C (soprattutto agrumi e kiwi), preferire tra gli alimenti proteici le carne bianche ed il pesce in quanto più facilmente digeribili. Nella dieta, è presente ogni giorno anche la pasta". I carboidrati complessi della pasta, infatti, costituiscono la principale fonte di energia per il cervello, per i muscoli, per i globuli rossi e per l’organismo e rappresenta dunque il carburante indispensabile per svolgere le attività quotidiane".

         La pasta "è preferibile condirla con olio extravergine di oliva e pomodoro pelato fresco, ottime fonti di vitamine (A, C, E) e di antiossidanti, in particolare di licopene, presente in quantità maggiore nel pomodoro cotto. Con l’aggiunta nel condimento di proteine di origine animale (per tonno o carne trita o pesce sminuzzato) si rende il pasto equilibrato da un punto di vista nutrizionale e si permette di recuperare le masse muscolari perse con la scarsa attività fisica svolta”. 

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La trasformazione del cibo ingerito in sostanze di più facile assimilazione per il nostro organismo prende nome di DIGESTIONE. La ptialina o amilasi salivare inizia la digestione degli amidi nella bocca; nello stomaco, la pepsina, responsabile della digestione delle proteine, sarà attivata dall’acido cloridrico che a sua volta non danneggerà le pareti dello stomaco grazie all’intervento protettivo di muco e mucosa; nell’intestino, invece, la bile emulsiona i grassi (più specificatamente nel duodeno); l’amilopsina (succo pancreatico) completerà la digestione degli amidi, la tripsina completerà quella delle proteine e la lipasi pancreatica scinderà i trigliceridi in acidi grassi e glicerolo; i processi digestivi saranno infine completati dal succo intestinale.